Italian Sounding

L'immagine rappresenta la mappa dell'italia divisa in regioni alla quale escono le tre onde tipiche che rappresentano il suono e a fianco di esse una serie di note musicali. L'immagine vuole rappresentare il fenomeno dell'italian sounding. Ci sono cose che sin da piccolo mi facevano battere forte il cuore, ogni volta che sentivo e sento suonare l’inno di Mameli non posso far altro che scattare in piedi e con la mano sul cuore cantarlo. Me lo aveva insegnato mia nonna, nonna Vittoria. Tutt’oggi quando lo canto ed arrivo alle parole “dov’è la Vittoria” penso a lei e mi commuovo. Sembra banale ma AMO questa nazione.

Vi siete mai fermati a guardare sventolare il tricolore, quando lo faccio mi passano davanti le meraviglie del nostro paese e ciò che ha lo ha reso grande: arte, moda, design, cinema, motori, cibo. Peccato che molti dei grandi interpreti di questi settori stiano spostando le loro produzioni all’estero. E pensare che lo slancio iniziale, quello che li ha fatti emergere nel mondo, oltre ai loro indubbi meriti, era il marchio più importante al mondo: il MADE IN ITALY. E si proprio lui, questo illustre nome, tanto copiato e falsificato.

Se riuscissimo a recuperare i danni economici dal furto dell’etichetta MADE IN ITALY, altro che debito pubblico riusciremmo a coprire.

Ma aspetta un attimo, qualcosa lo possiamo fare, ricominciamo a acquistare prodotti fatti in Italia.

Già però un bel problema trovarli. Avete mai provato a girare per i negozi e guardare i cartellini? Io sì. Una tristezza, la maggior parte delle cose che compriamo viene fatta altrove. Quanti soldi se ne vanno nelle casse di questi paesi e quante nostre fabbriche chiudono, e mandando a casa gli operai.

Spesso mi sento addirittura preso in giro da prodotti con bandierine italiane apposte sopra di essi e per giunta di brand italiani famosi. Vedi il tricolore e preso dall’entusiamo pensi che sia fatto in Italia. Nel “tranello” ci sono caduto anch’io un paio di anni fa. Comprai un bel paio di scarpe di un noto brand italiano. Avevano una bandierina ricamata che mi fece subito sentire l’inno nella testa. Compro non pensando ad altro. Un po’ di tempo dopo mi accorgo di un’etichetta minuscola apposta dentro con scritto made in …. (non voglio far pubblicità alla nazione). Sento tanta rabbia dentro di me che vorrei denunciare il fatto…. ma aspetta un attimo, non hanno violato alcuna legge, sono stato io che mi sono fatto “ingannare” dalla bandiera. E pensare che l’idea di apporre il tricolore sui propri prodotti è stata inizialmente usata per differenziare la produzione italiana di un marchio da quella dello stesso marchio fatta all’estero.

Alcuni marchi addirittura rincarano la dose, apponendo oltre la bandierina scritte sul cartellino quali “italian brand” o “italian patent”. Anche in questo caso non violano nessuna legge. Quella morale mia sì però. Gli “esperti” chiamano questo fenomeno ITALIAN SOUNDING.

E tu ci sei mai cascato? E dopo che hai letto questo articolo cosa farai? Te ne fregherai o presterai più attenzione a cosa compri? Penserai a chi perde il proprio lavoro a causa della spostamento delle produzioni all’estero?

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